L’articolo
che segue è stato pubblicato sul quotidiano ("The Nation" il 28
luglio 1997, dimostra senza ombra di dubbio le strette relazioni tra
l’establishment americano e le agenzie private di guerra, divenute
protagoniste della guerra a bassa intensità. I brani dell’articolo relativi
ai Balcani inoltre delineano nettamente le premesse della guerra sporca nella
regione e la pianificazione CIA della guerra di sterminio a mano croata nelle
Krajine.
LA
PRIVATIZZAZIONE DELLA GUERRA Gli
USA appaltano i loro affari di stato ad aziende al di fuori di
ogni controllo pubblico, come
nel caso della "pulizia etnica" in Croazia. di
Ken Silverstein La
storia degli interventi politici e militari dell'America abbonda di inganni e
scandali, con attori oscuri, avidi interessi e sforzi per tenere il pubblico
al di fuori di quelle che di natura dovrebbero essere decisioni pubbliche. Ora
questi sforzi hanno fatto un salto di qualità, per portata e dimensioni, che
non ha precedenti. La privatizzazione, il processo mediante il quale le
responsabilità del governo vengono trasferite nelle mani di aziende che non
devono rendere conto a nessuno, é entrata ora anche nelle sale dei signori
della guerra. Senza
che se ne parlasse o discutesse, il governo ha inviato società private - per
la maggior parte dagli stretti legami con il Pentagono e con personale
composto da esponenti delle Forze Armate in pensione - a fornire assistenza
militare e nel campo dell'ordine pubblico a alleati esteri degli Stati Uniti.
Il governo ha anche ampiamente esteso l'impiego di ditte private che
forniscono supporto alle sue operazioni militari all'estero, ivi incluse le
azioni antidroga top-secret nell'America Latina e le attività di spionaggio e
di addestramento militare per i "clienti" degli USA. Queste
ditte non sono a loro volta per niente ansiose di parlare delle loro attività.
Né lo é l'Ufficio del Dipartimento di Stato per il Controllo sulle Attività
Commerciali nel Settore Difesa, che ha il compito della supervisione della
maggior parte di questo campo di attività emergente e che ha respinto la mia
richiesta di un'intervista per questo servizio. Un funzionario del
Dipartimento di Stato mi ha detto di potermi fornire informazioni molto scarse
anche sul background generale, a causa delle necessità di proteggere le
"informazioni di proprietà" delle società coinvolte (una
scappatoia che rende il Freedom of Information Act in effetti del tutto privo
di incidenza in quest'area). Il risultato é che la maggior parte delle
informazioni rimane nascosta dietro gli appelli del governo al segreto o
chiusa a chiave nei libri contabili delle società. Ma
sulla base delle testimonianze di chi ha parlato - e la maggior parte di
queste persone ha accettato di farlo solo a condizione di non essere nominati
- risulta chiaro che decine di società, che vanno da giganti dell'alta
tecnologia con un giro d'affari da 1 miliardo di dollari, come la SAIC,
a piccole imprese gestite da marines in pensione, offrono addestramento
militare e tutta la relativa assistenza a governi stranieri, su proposta degli
Stati Uniti. "I programmi sono messi a punto per perseguire i nostri
obiettivi di politica estera", spiega un ex-alto ufficiale della Defense
Intelligence Agency (la DIA, i servizi segreti dell'esercito americano).
"Se non c'é l'approvazione del governo, le società non si
muovono". Tra
le imprese di primo piano ci sono la Military
Professional Resources Inc. (M.P.R.I.) che sta addestrando
due eserciti dei Balcani e sta cercando di espandersi in Africa; la Vinnell,
che addestra la Guardia Nazionale in Arabia Saudita; la Betac,
che lavora a stretto contatto con il Comando per le Operazioni Speciali, un
ufficio riservato del Pentagono che si occupa di azioni segrete nel Terzo
Mondo. Un
illuminante esempio della collaborazione tra aziende e governo in queste
attività é stato dato il 24 giugno scorso, quando la DIA ha sponsorizzato un
incontro a porte chiuse, intitolato "La privatizzazione delle funzioni di
sicurezza nazionale nell'Africa sub-sahariana". Vi si sono trovati fianco
a fianco la M.P.R.I. e altri appaltatori privati degli Stati Uniti, oltre a
Eeben Barlow, direttore della nota società sudafricana Executive Outcomes,
che negli ultimi anni ha fornito mercenari ai governi di Angola e Sierra Leone
e Timothy Spicer della Sandline International,
una società britannica il cui ingaggio lo scorso gennaio da parte del governo
del Papua Nuova Guinea ha irritato l'esercito di questo stato, provocando un
golpe. Spicer era accompagnato dal rappresentante della Sandline negli Stati
Uniti, Bernie McCabe, un ex- funzionario delle Forze Speciali dell'Esercito.
La DIA ha cercato di non dare grande ufficialità a questo evento, ma un
partecipante mi ha detto, "Tutti i funzionari si sono dichiarati in
quell'occasione d'accordo con le società private riguardo al fatto che questo
tipo di attività andrà fortemente intensificandosi nei prossimi anni". Il
governo difende il suo ricorso a società private e dice che non permetterebbe
mai loro di inviare mercenari a supporto di un governo estero, come fanno
invece la Executive Outcomes e la Sandline. "Fornire un
addestramento militare é molto più che insegnare a qualche tizio come
sparare diritto", dice un funzionario del Dipartimento di Stato,
che ha parlato a condizione che il suo nome non venisse citato. "Le
società offrono istruzioni su come gestire una forza militare in una
democrazia, in subordinazione al controllo civile e nel rispetto dei diritti
umani". Questa spiegazione suona sospettosamente simile alla
giustificazione addotta dal Pentagono per la School
of the Americas a Fort Benning, nello stato della Georgia,
nella quale migliaia di soldati dell'America Latina sono stati addestrati,
come veniva sostenuto, a rispettare i diritti umani, solo per poi lanciarsi in
travolgenti carriere di criminali di guerra una volta tornati a casa. Una
spiegazione alternativa é che il ricorso ad appaltatori militari privati
consente agli Stati Uniti di perseguire i propri interessi geopolitici senza
dovere dispiegare il proprio esercito, un sistema molto utile nei casi in cui
l'addestramento viene fornito a regimi con un curriculum agghiacciante in
fatto di diritti umani. "E' politica estera per procura", afferma
Dan Nelson, ex-alto consulente per la politica estera del deputato Richard
Gephardt e ora professore alla Old Dominion University. "Le aziende
vengono utilizzate per svolgere compiti che il governo, per motivi di bilancio
o di delicatezza politica, non può svolgere in prima persona". L'attuale
situazione differisce sia per portata che per dimensioni dalle pratiche
adottate in passato, di cui l'esempio più noto venuto alla luce é quello
dello scandalo Iran/contra. Oggi, le società più pesantemente coinvolte non
sono ritagli della CIA utilizzati principalmente in operazioni segrete, ma
aziende da diversi milioni di dollari con interessi diversificati. Il loro
lavoro è approvato nel corso dello svolgimento delle normali attività di
enti governativi e messo in atto non da persone locali del paese estero
addestrate dalla CIA, ma da alti funzionari militari americani appena usciti
dalle forze armate. Prima di offrire assistenza ai governi stranieri, le
società devono innanzitutto chiedere una licenza dall'Ufficio per i Controlli
sulle Attività Commerciali nel Settore della Difesa presso il Dipartimento di
Stato. "Le richieste di licenza vengono esaminate con grande
attenzione", mi ha raccontato un funzionario della SAIC. "Anche
quando si é ancora allo stadio dei colloqui, si passa a un vaglio molto
stretto". Lo
snellimento della burocrazia militare della Guerra Fredda - il livello degli
effettivi é sceso del 30 per cento dalla fine di quest'ultima - ha spinto un
numero enorme di veterani militari, dai ranghi più alti a quelli dei semplici
fanti, nel settore privato. Le uniche capacità professionali che molte di
queste persone sono in grado di offrire sul mercato sono le loro esperienze
militari e paramilitari. James
Woods, che é andato in pensione come Viceassistente del Segretario alla
Difesa per gli Affari Africani nel 1994 e attualmente lavora a Washington come
lobbysta della Cohen & Woods International,
mi ha raccontato che intere unità guidate da ex-membri delle Forze speciali
stanno tentando di vendere addestramento militare a governi esteri. Queste
società, molte delle quali si sono insediate presso basi militari nazionali,
"consistono essenzialmente in un militare in pensione seduto in una
camera di appartamento con un fax e un Rolodex", spiega. "Servono
come ponte di collegamento con l'ampio gruppo di militari in pensione. Nei
periodi tra una missione e l'altra non hanno molto da fare". Questi
"soldati di ventura", pur continuando a occupare una nicchia di
mercato, stanno incontrando sempre maggiori difficoltà a rimediare qualcosa
che vada al di là dei piccoli contratti di consulenza su operazioni
antiterrorismo o di incarichi limitati per offrire protezione a VIP in
trasferta. Per i progetti di più ampio respiro, i guerrieri
"freelance" hanno decisamente perso terreno rispetto alle società
che hanno buone connessioni con le alte sfere del governo e l'elite dei
funzionari militari in pensione. Come mi ha detto un funzionario del Pentagono
incaricato della selezione del personale, "la privatizzazione é un modo
come l'altro per ricompensare gli ex-alunni". E' sempre la stessa porta
girevole: *
Alla M.P.R.I.,
ventidue funzionari dell'azienda sono ex-esponenti militari di alto rango. Tra
di essi vi é il Gen. Carl Vuono, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito durante
l'invasione del Panama e la Guerra del Golfo, il Gen. Ed Soyster, già capo
della DIA, e il Gen. Frederick Kroesen, ex-comandante delle forze USA in
Europa. *
La Vinnell é di proprietà
della B.D.M., una megazienda di Beltway controllata dal Carlyle Group, una
società di investimento diretta dall'ex-Segretario di Stato James Baker,
dall'ex-capo del bilancio della Casa Bianca Richard Darman e
dall'ex-Segretario alla Difesa Frank Carlucci. Il presidente della B.D.M.,
Philip Odeen, ha guidato la task force del Pentagono incaricata di
riorganizzare il settore militare per il ventunesimo secolo. *
Del consiglio di amministrazione della SAIC hanno fatto
parte due ex-segretari alla Difesa, William Perry e Melvin Laird, e due
ex-capi della CIA, John Deutch e Robert Gates. La
privatizzazione comporta per il governo tutta una serie di vantaggi. Oltre a
fornire un motivo plausibile per negare la paternità delle trame estere,
consente a Washington di apportare tagli al personale militare, conservando
allo stesso tempo la capacità di influenzare e dirigere missioni di portata
enorme. Società che lavorano in appalto possono addestrare un intero esercito
straniero. Il Programma Internazionale di
Addestramento ed Educazione Militare del Pentagono (IMET)
fornisce invece generalmente istruzioni a non più di qualche decina di
soldati. La maggiore tra le operazioni dell'IMET in corso é quella in
Honduras, dove 266 soldati e ufficiali sono in corso di addestramento. "Le
società private aumentano la nostra capacità di fornire addestramento
all'estero", afferma il Tenente Generale Larry Skibbie, che
attualmente lavora all'America Defense Preparedness Association.
"Continueremo a vedere un intensificarsi di questo fenomeno, mentre
proseguiranno i tagli alle nostre forze in uniforme". Nel
campo dell'addestramento militare é la M.P.R.I. a fare
la parte del leone. La società, che ha sede ad Alexandria, in Virginia, é
stata fondata nel 1987 da un generale dell'esercito in pensione, Vernon Lewis.
Un opuscolo riporta orgogliosamente che la M.P.R.I. - la quale mantiene un
archivio computerizzato con i nomi di 2000 membri delle forze armate in
pensione - offre la "migliore esperienza aziendale militare del mondo e
dispone di "unità operative e/o rappresentanti sul campo presso sedi
militari in tutti gli Stati Uniti e all'estero". L'anno scorso il governo bosniaco ha dato incarico alla M.P.R.I. - che ha avuto la meglio, in un'offerta d'appalto, sulla SAIC e la B.D.M. - di addestrare le sue forze armate. Il programma, il cui costo é di 400 milioni di dollari, viene pagato in gran parte dall'Arabia Saudita, dal Kuwait, dal Brunei e dalla Malaysia. L'obiettivo di questo programma di addestramento, che é supportato da ampie forniture di armamenti da parte degli Stati Uniti all'esercito bosniaco, secondo quanto si afferma é quello di fare da deterrente rispetto all'esercito serbo, meglio armato. Ma essendo l'esercito serbo in gravi difficoltà, molti osservatori della regione sono sempre più preoccupati della possibilità che un esercito bosniaco riaddestrato e dotato di nuove armi possa sentirsi incoraggiato ad attaccare le forze serbe dopo che le forze multinazionali si saranno ritirate, come si prevede che debbano fare nel 1998. La
M.P.R.I. ha offerto consulenze anche ai militari croati,
una relazione che é cominciata nell'aprile del 1995, in occasione di uno dei
periodi di combattimento più intensi della guerra balcanica. La M.P.R.I. ha
inviato in Croazia un team guidato da un certo numero di ufficiali in
pensione, tra cui il Gen. Vuono, il Gen. Richard Griffits e il Gen. Crosbie
Saint, che dal 1988 al 1992 ha comandato l'Esercito USA in Europa. Un
portavoce del Dipartimento di Stato, John Dinger, ha detto che la M.P.R.I. ha
aiutato i croati a evitare "eccessi o atrocità nelle operazioni
militari". Il portavoce della M.P.R.I., il capo della DIA in pensione Ed
Soyster, mi ha detto che la società ha semplicemente "offerto consulenza
sul ruolo dell'esercito in una società democratica". "I
croati desiderano aderire alla NATO," ha aggiunto, "e se si vuole
essere ammessi a un club bisogna avere lo stesso aspetto dei membri". Solo
alcuni mesi dopo che la M.P.R.I. ha cominciato le sue attività in Croazia,
l'esercito di questo paese - fino ad allora raffazzonato e incapace - ha
lanciato una serie di sanguinose offensive contro le forze serbe.
Quella più importante é stata l'Operazione Tempesta di Tuoni, cioé
l'aggressione contro la regione della Krajina, durante la quale i villaggi
serbi sono stati saccheggiati e bruciati, uccidendo centinaia di civili e
scacciando dalle loro case circa 170.000 persone. Roger
Charles, un tenente colonnello in pensione e ricercatore militare della Marina
americana, che é stato premiato per la sua opera dalla Investigative
Reporters and Editors Association, é convinto che la M.P.R.I. abbia svolto un
importante ruolo nella campagna di Krajina. "Nessun paese può
passare dalle milizie composte da canaglie raccolte per la strada alla messa
in atto di un'offensiva militare professionale, senza avere ricevuto
aiuto", afferma Charles, che ha analizzato per lungo tempo le
attività della M.P.R.I. "I croati hanno fatto un buon lavoro di
coordinamento dei mezzi blindati, dell'artiglieria e della fanteria. Non é
qualcosa che si impara mentre si riceve un addestramento sui valori
democratici". Un
ufficiale di collegamento croato ha raccontato alla stampa locale che solo
alcune settimane prima dell'offensiva il Generale Vuono ha tenuto un incontro
segreto ad alto livello nell'isola di Brioni, di fronte alla costa della
Croazia, con il Gen. Cervenko, l'architetto della campagna di Krajina. Nei
cinque giorni che hanno preceduto l'attacco, si sono tenute almeno dieci
riunioni tra il Generale Vuono e gli ufficiali che hanno partecipato alla
campagna. In
un certo senso, il fatto che la M.P.R.I. abbia diretto la campagna di Krajina
o meno é secondario. "Una volta che si é fornito addestramento non c'é
modo di controllare come le abilità che avete insegnato vengono usate",
dice Loren Thompson, uno specialista militare presso l'Alexis de Tocqueville
Institution, un'organizzazione conservatrice. Dato il curriculum della Croazia
nel ventesimo secolo, afferma - soprattutto la sua collaborazione con i
nazisti - "non siamo sicuri che sia desiderabile che questo paese abbia
un esercito professionale". La
M.P.R.I. nega di avere aiutato i croati ad armarsi, ma anche in questo caso si
trovava in una posizione per svolgere come minimo un ruolo indiretto. Secondo
un funzionario governativo in pensione, che fa da intermediario per gli
accordi relativi agli acquisti di apparecchiature militari, Zagabria ha
comprato armamenti da un commerciante di armi tedesco, Ernst Werner Glatt,
fino ad almeno l'anno scorso. Negli anni '80, Glatt era il mercante d'armi
preferito dalla CIA, che lo ha scelto per vendere armi ai contras in Nicaragua
e ai mujahedin in Afghanistan, tra gli altri. Glatt é arrivato a fornire 200
milioni di dollari di armi all'anno, denaro che gli é servito per acquistare
una tenuta in Virginia, che ha chiamato Aquila Nera, un simbolo della Germania
nazista. Durante
lo stesso periodo Soyster, che ora lavora presso la M.P.R.I., lavorava per la
DIA, che assegnava anch'essa l'appalto di affari a Glatt. Quest'ultimo ha
ricevuto somme enormi dalla DIA nel corso degli anni '80 affinché si
procurasse armi sovietiche da spedire negli Stati Uniti, da dove venivano
inviate a strutture militari che lavoravano per gli USA in America Latina,
Asia e Africa. Dopo che Soyster si é ritirato, lui e Glatt sono diventati
soci d'affari in almeno un contratto per la vendita di armi. Il
coinvolgimento nei balcani della M.P.R.I. é un caso eloquente di
"ricompensa per gli ex-alunni". Il Tenente Gen. James Chambers ha
servito per trentasei anni nell'Aviazione, con l'incarico per un certo tempo
di direttore delle operazioni estemporanee in Bosnia. Dopo il suo
pensionamento, é diventato vicepresidente della M.P.R.I. Il Gen. John Sewall,
che ora lavora per la società in Croazia, prima di andare in pensione é
stato consulente speciale del Pentagono per la Federazione Musulmano-Croata,
creata nel 1994 su iniziativa degli Stati Uniti. L'anno successivo,
Sewall e un altro ufficiale hanno effettuato numerosi viaggi in Bosnia e
Croazia. Gli osservatori europei ritengono che la loro missione fosse quella
di offrire consulenze militari, un'attività allora bandita da un embargo
delle Nazioni Unite. "Se non sono coinvolti in qualche programma di
pianificazione militare, cosa ci fanno ll?" si é lamentato all'epoca un
comandante francese, "dobbiamo forse credere che Sewall e i suoi siano
dei turisti?". [...] ("The
Nation", 28 luglio 1997) |