21.10.99
Confessioni di un militare USA

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La narcoguerriglia, un alibi per l'intervento militare.

 

Quando addestravo le Forze Speciali Colombiane a Tolemaida nel 1992, la mia squadra si trovava lì asseritamente per aiutare la lotta contro il narcotraffico La storia dei narcotici era stata la copertura per un viaggio dello stesso tipo in Perù nel 1991. In entrambi i casi stavamo addestrando forze militari nella dottrina dell'impiego controinsurrrezionale della fanteria.

 Di Stan Goff.

 

Agli inizi di quest'anno il Dipartimento di Stato per la Difesa ha versato lacrime di coccodrillo per i diritti umani in Kossovo. Ora il pretesto della droga, con la stessa faccia di bronzo, serve allo stesso scopo in America Latina. La "democrazia" sarà la ragion d'essere per una proposta versione latinoamericana della NATO. E’ solo una copertura. Come sempre, la capacità militare americana è mantenuta per le più ciniche ragioni economiche. Lo so. Per oltre due decenni sono stato un membro di quell'apparato militare, ed ho prestato servizio come consigliere ed assistente militare in diversi paesi latinoamericani.

Osservate gli sviluppi più recenti in Colombia. Il capo dell'antidroga della Casa Bianca, gen. Barry Mccaffrey (non per caso è l'ex-capo dello Southcom, il Comando di teatro delle forze armate statunitensi in America Latina), ed il Segretario alla Difesa William Cohen stanno premendo per un massiccio incremento degli aiuti alla Colombia. Il Dipartimento di Stato afferma che serve un'assistenza allargata per combattere un'esplosione delle piantagioni di coca". La soluzione, secondo lo Stato, è un battaglione "antidroga" di 500 uomini. Ma questa richiesta stranamente coincide con la recente avanzata delle Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (FARC), guerriglieri di sinistra che controllano già il 40% del territorio colombiano.

Quando addestravo le Forze Speciali Colombiane a Tolemaida nel 1992, la mia squadra si trovava lì asseritamente per aiutare la lotta contro il narcotraffico. La storia dei narcotici era stata la copertura per un viaggio dello stesso tipo in Perù nel 1991. In entrambi i casi stavamo addestrando forze militari nella dottrina dell'impiego controinsurrezionale della fanteria.

Noi ed i comandanti della nazione ospitante sapevamo perfettamente che quello dei narcotici era un debole alibi. Avevano bisogno di aiuto. In anni di abusi avevano perso la fiducia della popolazione. E subivano una serie di sconfitte sul campo contro i guerriglieri.

Eravamo stati preparati. McCaffrey "ammette" che in Colombia iniziava a svanire la linea di demarcazione tra contro-narcotici e contro-insurrezione. Il motivo? I guerriglieri erano coinvolti nel traffico di droga. "Narcoguerriglia" era la nuova parola d'ordine di Mc Caffrey. E’ diventata un'affermazione così diffusa da essere ripetuta acriticamente dalla stampa. Quando questa supposizione ha iniziato a diffondersi, l'ex-ambasciatore americano in Colombia, Miles Frechette, ha sottolineato che non sussistevano prove concrete a suo sostegno, ma le sue affermazioni sono state presto dimenticate.

Si sa bene che in Colombia quelli che hanno il maggiore profitto dal narcotraffico sono membri delle forze armate e della polizia, funzionari del governo e grandi uomini d'affari delle città.

Ma la droga di per sé non giustifica lo scopo del desiderato rafforzamento militare.

Il Dipartimento della Difesa ha bisogno di proteggere i miliardi e miliardi di dollari per i prodotti made in USA sui mercati della Colombia e di altri paesi latinoamericani. E deve assicurare la pace in misura sufficiente da garantire il dissanguamento continuo delle economie di quelle nazioni mediante il debito estero detenuto dalle istituzioni finanziarie dominate dagli USA. Per la dimensione di un riarmo apparentemente "necessario" dobbiamo difendere un'apparente "democrazia" Nel giugno di quest'anno, in una riunione dell'Organizzazione degli Stati Americani svoltasi in Guatemala, ì rappresentanti dell'amministrazione Clinton hanno proposto la costituzione di una forza multinazionale latinoarnericana a guida statunitense "per intervenire m ambienti minacciati" - una nuova NATO latina. Questa forza dovrebbe "proteggere la democrazia"

La Colombia sarà la testa di ponte per questa forza, essendo soggetta alla minaccia più immediata. Naturalmente i guerriglieri sono i nemici della democrazia. Ed il governo della Colombia rappresenta nominalmente la democrazia. Hanno le elezioni. Solo una piccola frazione della popolazione ha i mezzi per reclutare ed eleggere i suoi candidati, ed il terrore fa parte della macchina politica. Ad ogni modo hanno le elezioni.

Dietro la facciata della democrazia si hanno le più eclatanti e sistematiche violazioni dei diritti umani in questo emisfero. Forze paramilitari di estrema destra, sostenute e coordinate dalle forze ufficiali sicurezza, sono coinvolte in un processo che sarebbe stato motivo d'orgoglio perfino per il dittatore salvadoregno Roberto D'Aubisson: torture, decapitazioni pubbliche, massacri, distruzione di terreni e bestiame, spiegamenti di forza militare. In questo mese, Jorge Enrique Mora Rangel, comandante dell'Esercito Colombiano, è intervenuto, per proteggere il maggiore comandante paramilitare della Colombia, Carlos Castano, nel processo penale colombiano a suo carico per una serie di massacri a danno di leaders popolari e di diverse associazioni, di oppositori politici e dei loro familiari. L'organizzazione di Castano è stata costituita nel 1991 per scopi di intelligence e per operazioni congiunte con le forze di sicurezza, sotto la tutela del Dipartimento della Difesa degli USA e della CIA.

Sono stato in Guatemala nel 1983 in occasione dell'ultimo colpo di stato. Nel 1985 ero in El Salvador. Essendo all'interno del servizio attivo nelle forze armate ho constatato di persona la profonda discrepanza tra la spiegazione ufficiale della nostra politica e la nostra reale attività pratica di addestramento e di sostegno a regimi criminali- I profitti miliardari ottenuti in Colombia e nei paesi vicini ha più a che fare con la rogna di una stabilità di tipo NATO che con la democrazia o la cocaina.

In tutto questo c'è un agghiacciante deja vu.

Stan Goff è andato in pensione dall'US Army nel 1996. Ha prestato servizio in Vietnam, Guatemala, El Salvador, Grenada, Panama, Colombia, Perù, Venezuela, Honduras, Somalia e Haiti. Da ultimo era assegnato alla 3a Special Force.

 

 
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