29.09.97
Il capitale è sterminio

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Intervista con ISRAEL OCHOA,
difensore legale di 104 prigionieri politici

 

 

Premessa:

VIOLAZIONE DEI DIRITTI UMANI E GUERRA A BASSA INTENSITA' NELLO STATO DI OAXACA.

(IL MESSICO E’ MOLTO, MOLTO PIU' GRANDE DI QUELLO CHE SEMBRA...)

(con intervista)

La strategia imperialista consiste nello sterminio. Le tattiche si vanno adeguando alle situazioni regionali nazionali o internazionali nelle quali ha luogo lo sviluppo neoliberista.

La strategia imperialista richiede territori ideonei per implementare progetti militari mascherati da centri turistici. Lo dimostra il megaprogetto che va da San Diego, California, attraversa tutta la costa Messicana ed arriva sino all’Honduras, in America Centrale; così come il progetto turistico “Mundo Maya”. Questa strategia include la organizzazione di comandi speciali per lo sviluppo della guerra a bassa intensità. Il fine ultimo é manipolare o sterminare le comunità indigene e campesine affinché non sostengano le insurrezioni armate. Il fine ultimo sarebbe quello di fare scomparire il campesino mesoamericano per sostituirlo con una specie di “farmer” artificiale e di sostituire la cultura del mais con la subcultura delle agroesportazioni legate a multinazionali messicane e straniere.

La militarizzazione é la direzione intrapresa dallo Stato di fronte alla opposizione da parte del popolo a questi progetti. Il 1994 marca lo sviluppo totale della militarizzazione dentro e fuori i centri urbani, decisiva nelle campagne. A seguito dell’insurrezione dell’Esercito Popolare Rivoluzionario (nel 1996) e di altri gruppi armati rivoluzionari, i rinforzi e gli effettivi aumentarono soprattutto in luoghi che, per la loro estrema miseria e per la loro organizzazione, potevano risultare inclini all’insurrezione.

La tattica é stata e continua ad essere quella di sviluppare i gruppi paramilitari, aumentare il numero di poliziotti e di guardie bianche pagate direttamente dai proprietari per stroncare ogni tipo di protesta.

Anche gli operativi militari obbediscono ai tempi di modernizzazione neoliberista: equipaggiamenti sofisticati, nuovi apparati di comunicazione, soldati ben forniti di carri blindati, carri armati e, perché no, da cani ammaestrati ad ammazzare, ereditati direttamente dalla conquista spagnola che impiegava i suoi mastini per perseguire e castigare gli indigeni ribelli. Oggi i cani non sono come quelli di allora. Li possiamo trovare in città come parte degli operativi anti-manifestazione e anti-picchetti.

Generalità.

I popoli della regione Loxicha appartengono al municipio Pochutla nella Sierra Sur dello stato di Oaxaca. Si dividono in 32 comunità rurali con una popolazione totale di 35.000 abitanti. La lingua della regione é lo zapoteco. Il 60% degli abitanti non parla spagnolo.

La condizione di queste comunità é di estrema povertà. Non ci sono né servizi, né possibilità di sviluppo economico:
-l’80% degli abitanti sono analfabeti;
-solo 7 delle 32 comunità sono parzialmente elettrificate;
-non esiste l’acqua potabile;
-le strade tortuose in tempi di pioggia rendono inaccessibile l’accesso al centro municipale, San Augustin Loxicha (c’é una proprietà, si produce ricchezza, ma probabilmente il profitto viene accumulato altrove. E la miseria generalizzata non stimola il governo ad investire in opere pubbliche?);
-in tutta la regione esiste una sola clinica medica, con un dottore e una infermiera;
-la maggioranza delle comunità distano da 8 a 12 ore di cammino dalla clinica di San Augustin;
-la mortalità é molto alta nelle comunità a causa della denutrizione e di malattie come diarrea, anemia, catarro.

Agricoltura, lavoro,organizzazione comunitaria, soprusi.

Le comunità ottengono i loro ingressi economici dall’agricoltura praticata con tecniche primitive. La maggioranza dei prodotti agricoli sono destinati all’autoconsumo: mais, fagioli, fave, caffé.

Lo sfruttamento della produzione di caffé é nelle mani di commercianti accaparratori che ottengono ingenti profitti schiavizzando gli abitanti delle comunità.

L’unica maniera che le comunità hanno per sopravvivere nella miseria é il lavoro comunale, il soccorso mutuo tra tutti  attraverso la forma denominata “tequio”, che consiste nel lavoro eseguito per il bene comunitario che si svolge in forma collettiva e senza guadagno. Le decisioni importanti si prendono nelle assemblee municipali. Gli stessi abitanti nominano le proprie autorità municipali secondo il regime di usi e costumi riconosciuto dallo stato di Oaxaca. Le autorità sono elette tra le persone piœ lavoratrici e responsabili come riconoscimento al loro lavoro costante e per servire il popolo. La assemblea popolare può inoltre decidere la espulsione dalle comunità di chiunque ne comprometta l’armonia e la pace.

Nel 1958, arrivarono a San Augustin un gruppo di famiglie chiedendo di poter commerciare nella regione e di ricevere delle terre per costruirsi le proprie case. Gli fu accordato tutto ciò che chiedevano. Nel giro di pochi anni queste famiglie si arricchirono sfruttando il lavoro delle comunità produttrici di caffé e per mantenere il loro ordine assunsero guardie bianche. Nel 1981 i soprusi a cui avevano sottoposto le comunità della regione Loxicha culminarono con l’assassinio di 11 persone de il ferimento di 20 nella piazza di San Augustin. Fu così che l’assemblea popolare decise di espellerli per sempre dalla regione.

Nel 1994 questi assassini riottengono il diritto di insediarsi nuovamente nella regione appoggiati dal governo dello stato mentre le loro guardie bianche vestono oggi con l’uniforme della polizia preventiva e della polizia giudiziaria.

Con l’apparizione dell’EPR  l’esercito installò immediatamente un accampamento militare di 2000 effettivi presso il guado di El Manzanal, unica via di accesso alle comunità Loxicha. Qui fu torturato Francisco Valencia affinché confessasse di essere un integrante dell’EPR.

Per questa e per altre ragioni, i loxicha realizzarono una marcia-carovana il 17 settembre 1996. Si mobilitarono in 1500 tra uomini, donne, vecchi e bambini, raggiunsero la città di Oaxaca organizzando un picchetto nella piazza principale della città per domandare direttamente al governatore Diodoro Carrasco la pavimentazione e la costruzione di nuove strade, la costruzione di scuole, di un ospedale e di cliniche mediche, appoggio ai progetti produttivi e la fine della militarizzazione della regione. Il governatore concesse 15 minuti del suo prezioso tempo per dire che tutte le domande sociali sarebbero state esaudite mentre la militarizzazione se la sarebbero dovuta tenere in quanto affare che riguarda la “sicurezza nazionale”. I loxicha decisero allora di ritornare alle proprie case con la speranza che il governo avrebbe prestato fede alle sue promesse e gli inoltrarono la relazione della commissione negoziatrice con i nomi di tutte le autorità municipali e dei rappresentanti delle comunità. Questi stessi nomi furono utilizzati, in seguito, dall’esercito.

Da allora, si susseguono intrusioni militari nelle comunità Loxicha, con operativi che normalmente contano oltre 500 effettivi tra militari, polizia giudiziaria, polizia dello stato. Tutte queste operazioni, dal 1996 ad oggi hanno causato abusi e violenze perpetrate nei confronti della popolazione, detenzioni arbitrarie, desaparecidos, tortura e oltre 100 prigionieri politici tutt’ora detenuti nelle carceri di massima sicurezza. Le mogli ed i figli di questi compagni prigionieri, accusati falsamente di essere integranti dell’EPR, sono in picchetto permanente, davanti al palazzo del governo di Oaxaca, da 2 anni. Ogni maledetto giorno della settimana, da 2 anni a questa parte, queste donne e questi bambini, stanno chiedendo la libertà per i propri mariti e genitori, stanno chiedendo che venga fatta giustizia per quelli assassinati. E questa infinita forza di volontà e di combattere si scontra ogni maledetto giorno, da 2 anni a questa parte, con la curiosità disinteressata dei turisti, col disinteresse effettivo del PRD, con il silenzio del tanto citato quotidiano di “sinistra” la Jornada, con l’ancor piœ inquietante silenzio del compagno Marcos. 

 

 

Intervista di “Quemada” con l’avvocato ISRAEL OCHOA,
difensore legale dei 104 prigionieri
politici Loxicha.
(gen. 1999, città di Oaxaca) 

 

Quemada: Qual’é la condizione materiale nella quale vivono i campesinos e le comunità indigene?

Ochoa: Noi conosciamo maggiormente la situazione dello stato di Oaxaca, anche se questa situazione é piœ o meno generalizzata in tutto il Paese. Nelle campagne vi é una situazione di emarginazione, mancano i servizi sanitari, scolastici, non c’é elettrificazione né acqua potabile; ossia mancano i servizi basilari per una vita decente. Sono servizi di base che sono a carico dello stato che normalmente nelle comunità non esistono o esistono in maniera precaria.

C’é anche una situazione di conflitti agrari, di terra tra le comunità, che molto spesso sono eredità del passato, e che non sono mai state risolte dalle autorità. Questi scontri possono arrivare a causare anche morti. Proprio lo scorso dicembre c’é stata l’invasione della comunità Tamasulapa Mixe da parte della comunità Tlahuitoltepec Mixe. Di questi conflitti ne profittano le autorità per sollevarsi dall’onere della fornitura dei servizi.

I campesinos vivono una situazione di grande miseria, come nella zona di Pochutla, dove si trovano le comunità Loxicha. In questa zona ci sono molte piantagioni di caffè in mano a proprietari stranieri, principalmente tedeschi, ma anche messicani. Alcuni di questi sono proprietari di intere comunità, essendo proprietari dei territori dove queste vivono. Sono estensioni di terra molto grandi, 500-1000 ettari, dentro le quali ci possono essere una, due o piœ comunità. Cosicché la gente che vive in questi territori appartiene a questi signori, perché questi sono i padroni della terra e molto spesso controllano le autorità municipali. I braccianti hanno salari miserabili, la gente che lavora in queste terre guadagna dai 5 ai 25 pesos al giorno (0,5-2,5 dollari USA, ndr). C’é una azienda che si chiama “Soledad”, dove i campesinos vivono come nell’epoca porfirista di fine ottocento: vengono pagati con dei buoni con i quali possono comprare solamente nel negozio del loro padrone. Tra l’altro, i braccianti vivono perennemente indebitati nei confronti del padrone in quanto le merci che comprano in questi negozi sono molto piœ care di quelle che potrebbero acquistare fuori dell’azienda. E comunque sono obbligati a questa dipendenza per la grande distanza (anche un giorno di cammino) che li separa dai centri abitati e per la mancanza di strade. Questa situazione continua qui come in altri stati della Repubblica. In questo stato é particolarmente difficile per la morfologia del territorio, che, ad eccezione della valle di Oaxaca, si presenta come una zona di montagne e foreste. Il governo non si impegna nella costruzione di strade o opere pubbliche dove non vede un ritorno economico o una circolazione di capitali.

Queste condizioni ci fanno comprendere perché in diversi stati della Repubblica si é sviluppato il movimento armato. Questa é una situazione che sta mantenendo la gente in uno stato di dominazione e umiliazione insostenibile.

Quemada: In cosa consiste la “riforma agraria” attuata da Salinas De Gortari (PRI) nel 1992?

Ochoa: Salinas De Gortari riforma l’articolo 27 della Costituzione e la legge federale della Riforma Agraria decretando che non vi é piœ la possibilità di assegnare terra ai comuni e alle comunità di nuova formazione o che ne facciano richiesta. A partire da questa riforma si decreta anche la possibilità di vendere la terra comunale (di proprietà collettiva, ndr). L’idea del presidente Salinas era che trasformando in proprietà privata le terre comunali sarebbero affluiti come un fiume i capitali privati negli investimenti agricoli. Pensava che con questa operazione si sarebbe realizzata in poco tempo una meravigliosa rinascita economica. Perciò venne abrogata la proibizione di vendere e ipotecare le terre comunali. Prima di questa riforma se veniva richiesto un prestito, a privati o banche, e questo prestito non poteva essere risarcito, la legge impediva la rivalsa  sulla terra. Oggi questo é possibile. Inoltre, la riforma del Ô92, introduce la possibilità, da parte delle assemblee comunali dei campesinos, di trasformare l’ejido (proprietà collettiva, ndr) in lotti privati. Questa possibilità é fortemente propagandata nelle comunità dagli agenti del governo che dicono: “...oggi finalmente puoi vendere la tua terra!...”. Così oggi, un’altra volta, si possono concentrare grandi estensioni di terra in poche mani, e non ci sono limiti a questa tendenza.

 Quemada: Quando i campesinos si organizzano, lo Stato come reagisce?

Ochoa: Quando non si assoggettano alle organizzazioni corporative ufficiali, quando si organizzano liberamente vengono tacciati d’essere sovversivi o guerriglieri; questa é la prassi attuale in Oaxaca. Se i campesinos si incontrano in gruppo, attenzione! Perché sicuramente é passato l’EPR per organizzarli. Ovviamente la conseguenza é un clima di terrore e repressione. Si sono effettuate e si  effettuano incursioni nella maggior parte delle comunità, da parte dell’esercito, della polizia giudiziaria e federale. Perquisiscono le comunità con il pretesto di cercare piantagioni di stupefacenti, narcotrafficanti e armi. Utilizzano la legge speciale sulle armi da fuoco e gli esplosivi per disarmare la popolazione. A chiunque tenga in casa una semplice doppietta, questa gli viene sequestrata, nonostante la costituzione preveda il diritto per tutti i messicani di tenere in casa un arma per la difesa personale, fanno eccezione le armi da guerra. Però oggi tenere un arma in casa é un rischio ed in campagna é ancora piœ pericoloso.

Realizzano queste incursioni con lo scopo di intimidire la popolazione, inoltre la lotta al narcotraffico non é un compito che spetta all’esercito. E infatti queste azioni vengono realizzate in quelle comunità che non si assoggettano al sistema di organizzazione che il governo gli impone.

Quemada: Quali sono le forme che assume la repressione?

Ochoa: Normalmente l’incarcerazione e l’intimidazione. Quando l’esercito e la polizia entrano nelle comunità, perquisiscono la case, fanno fotografie, minacciano le autorità municipali. ƒ questa una prassi molto comune attuata con il fine di impaurire la popolazione e soprattutto quelle persone che si dimostrano piœ combattive. A queste viene perquisita l’abitazione, vengono trascinati fuori, messi davanti alla loro casa e fotografati tutti, compresi i bambini.

L’assassinio é un’altra delle forme di repressione. Vi sono comunità dove i caciques (proprietari terrieri, ndr) hanno propri pistoleros (sicari, ndr) , cosicché, quando vedono che qualcuno si organizza e si libera dal controllo ufficiale, lo fanno rinvenire morto ammazzato.

Oggi é molto di moda accusare la gente di essere integrante dell’EPR; alcuni caciques, o le persone che detengono il potere economico e politico nelle comunità, inoltrano queste denuncie al governo, alle autorità municipali o al comandante della polizia. Qui in Oaxaca, ed in realtà in tutta la Repubblica, essere dell’EPR é qualcosa di terribile...Il governo ha il terrore dell’EPR.

Quemada: Zedillo parla di una guerriglia buona e di una guerriglia cattiva...

Ochoa: Sì, dice che quelli in Chiapas sono buoni, e quelli di qui sono cattivi, ah!, ah! No, quello che succede, io penso, é che il governo ha piœ paura dell’EPR che dell’EZLN. L’EZLN in qualche modo ha un campo di azione delimitato, anche se gode di un grande riconoscimento a livello nazionale ed internazionale, dal punto di vista militare é circoscritto al Chiapas, lì lo tengono sotto assedio. Invece l’EPR é presente in differenti stati della Repubblica e non sanno esattamente dove si trova. E questo li preoccupa. Inoltre esistono dei rapporti di intelligence degli Stati Uniti, preoccupati per questa presenza che non riescono ad ubicare. Il governo dice che in Oaxaca si trova il bastione dell’EPR, dice anche che é stato disarticolato. In realtà la presenza e le azioni di questa forza continuano.

 

Israel Ochoa, é oggetto di una campagna di stampa che lo accusa di essere l’avvocato dell’EPR. Vi sono due inchieste aperte a suo carico a causa della sua attività professionale; nell’estate del 1996, nello stato di Veracruz, é stato trattenuto dalla polizia, insieme ad un suo collaboratore, per accertamenti in relazione ad un’azione realizzata dall’EPR a Huatulco (stato del Guerrero) avvenuta in quel periodo. Il suo telefono é sotto controllo. E’ stato perquisito dalla polizia un luogo d’incontro dei parenti dei suoi assistiti, teme che possano fare altrettanto nel suo ufficio.

 
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