Un operaio e un informatico coinvolti nel blitz
Arrestati a Mestre fiancheggiatori Carc
Mestre.
da Nuova Venezia 20-10-99 |

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Sono due le persone Indagate per associazione sovversiva a Mestre e che ieri mattina hanno ricevuto dagli uomini della Digos veneziana i decreti di perquisizione firmati dal pool antiterrorismo della Procura di Roma. Si tratta di A.B., 31 anni, di Mestre, operaio alla Nuova SIrma di Marghera, e di A.R.T. di 36 anni, nato a Verona, ma residente a Oriago, ricercatore informatico. Ambedue sono ritenuti flancheggiatori del Carc, Il Comitato di Appoggio alla resistenza per Il comunismo, il gruppo ritenuto eversivo dal giudici romani che hanno ordinato il blitz di ieri mattina.
L'operazione della Digos di Venezia è scattata in contemporanea con le altre città italiane ieri mattina presto ed è durata fino al primo pomeriggio, quando gli agenti sono tornati in questura con plichi che contenevano libri, documenti, riviste e anche programmi informatici sequestrati nel corso delle perquisizioni.
In particolare la Digos ha perquisito non solo l'abitazione degli indagati, ma anche i luoghi di lavoro e nel caso di A.R.T. si è trattato di un'operazione laboriosa perchè il ricercatore informatico lavora al computer e gli agenti hanno scaricato su floppy disc i programmi informatici contenuti nella memoria. I due giovani finiti nel mirino del pool antiterrorismo della Procura di Roma sono attivisti politici conosciuti nell'ambiente mestrino: entrambi fanno parte di un gruppo che aveva dato vita al centro sociale «Alter», in via Dante a Mestre, dove molte associazioni alternative avevano trovato ospitalità. Ma era stato in particolare il trentaseienne ricercatore informatico di Oriago, ma con studio a Mestre in via Costa 34, ad aver avuto nell'86 guai con la Giustizia perchè coinvolto con un gruppo eversivo al quale apparteneva anche Paolo Dorigo, arrestato e condannato per l'attentato alla base Nato di Aviano.
Chiuso il centro sociale «Alter», i due attivisti hanno continuato la loro attività politica stampando in proprio e distribuendo volantini con la firma dei <<Carc>>. E infatti nel corso delle perquisizioni gli agenti della Digos hanno sequestrato alcune pubblicazioni dedicate proprio ai «Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo». Come il libro intitolato «Cosa sono i Carc», «Operai contro», «Linea rossa per la ricostruzione del Partito Comunista Italiano» e anche alcuni numeri di «Solidarietà Proletaria», la pubblicazione alla quale collaborava anche il terrorista Antonio Fosso che rivendicò dal carcere l'omicidio del professor Massimo D'Antona. A.B. e A.R.T. hanno anche dato vita ad una pubblicazione politica intitolata «La resistenza». E ieri sera, qualche ora dopo la fine delle perquisizioni, i due indagati hanno inviato ai giornali un farneticante comunicato firmato solo «Alcuni comunisti di Mestre» nel quale sostengono che gli agenti della Digos hanno «danneggiato i perquisiti, rotto sedie e causato altri danni».
«Appare chiaro -scrivono- che le ultime assoluzioni della magistratura nei processi per mafia nascondono ancora una volta i reali mandanti della stragi di mafia e fasciste in Italia. La stessa magistratura si occupa nel contempo di intimidire quelle persone, quei comunisti che si oppongono a tutto ciò, sostenendo gli scioperi ed organizzandosi per un partito comunista che potrà col sostegno di tutti costruire una società più giusta» (g.d.p.)
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