19.09.99
Quemada sul testo

Home ] Su ]

 
Introduzione: il conflitto è Guerra o Pace ?

Vi ricordate il capodanno di Baghdad? Tonnellate di bombe dei paesi civili si riversavano elettronicamente sulla popolazione inerme, difesa da una contraerea da seconda guerra mondiale. I traccianti illuminavano il cielo dei nostri schermi nei giorni dell’ira occidentale. Arsenali sfioriti si rivalutavano nel suolo iracheno trasformandosi in debiti per il popolo mediorientale. Mai nessun giornalista di regime osò chiamare guerra quella guerra. Il diktat era semplice, si tratta di una operazione di polizia. Non vi fu dichiarazione di guerra né dichiarazione di pace. L’Iraq non tornò tra le nazioni riconosciute, fu ed è occupato al nord dai turchi, fu ed è sorvolato da aerei armati pronti a colpire. Ma non vi è guerra, non vi è pace. In Iraq oggi, un milione di morti sono il prodotto di una nuova condotta militare chiamata LIC.

La LIC (low intensity conflict) è a detta delle gerarchie militari statunitensi "uno spazio ambiguo tra la pace e la guerra, dove il contributo della forza militare al raggiungimento degli obiettivi strategici è indiretto, dove le azioni non militari stabiliscono le condizioni sotto le quali l’obiettivo strategico è raggiunto…".

Chi combatte questo conflitto, anzi, chiunque tenti di resistervi, dai ninõs de rua brasiliani alle guerriglie messicane, dai generalissimi iracheni ai minatori russi, chiama questo conflitto ancora guerra. I sudamericani la chiamano guerra sucia per evidenziare il fatto che si tratta di guerra e che il suo contenuto sporco è ancora maggiore di quello della guerra tradizionale. Spesso gli analisti internazionalisti latino-americani ricordano come nei paesi di tutto il mondo la guerra tradizionale creasse le condizioni per la rivoluzione proletaria, mentre questa guerra sembra esente e anzi fomentatrice di reazione separatista.

Nei paesi europei ed in asia, si usa di sovente il termine guerra di bassa intensità utilizzando in parte la definizione statunitense del termine ma mutandone il senso profondo. Si tratta di guerra e non di conflitto, si tratta di intensità e non di sostanza. Pur riconoscendo come corretta dal punto di vista analitico questa seconda ipotesi, chiariamo comunque che secondo il pensiero di uno dei massimi teorici della guerra e precursore del LIC, il generale Clausewitz (1780-1831) noto per la citazione poi ripresa da Lenin "la guerra è la continuazione della politica con altri mezzi" non vi è alcuna distinzione se non quantitativa tra la politica (e quindi il conflitto) e la guerra (sua ovvia prosecuzione).

I generalissimi statunitensi danno anche una definizione della pace su cui bisogna riflettere "Lo scopo desiderato [nella guerra a bassa intensità ndr] è quello di creare uno stato permanente di pacifica competizione tra le nazioni. In questo ambiente, ogni nazione fa i suoi interessi in armonia, non vi è interesse alla violenza. Gli strumenti militari nazionali, prima focalizzati nella deterrenza sono in questo stato impiegati a supporto della politica e all’economia oltre che per il supporto informativo utili al raggiungimento degli obiettivi degli stati uniti, preservare cioè il pacifico e competitivo ambiente tra gli stati."

La preservazione di una pacifica competizione tra stati ricchi e stati poveri è nient’altro che l’eternizzazione delle differenze, il liberalismo tra individui-stato anziché tra individui nello stato, una dittatura liberista mantenuta con lo sforzo prima impegnato nella deterrenza. Ma vedremo approfondirsi queste teorie nei capitoli che seguono…

Il conflitto a bassa intensità: fonti

Cercare materiale sul conflitto a bassa intensità non è semplice. Da un lato questa creatura teorica è coperta dal fango delle guerre che in superficie si somigliano tutte, dall’altro queste informazioni sono spesso di natura riservata, per capire il senso di queste affermazioni basti pensare che la struttura Gladio e le sue diramazioni internazionali (in Turchia, in Grecia, etc.) sono sicuramente banchi di prova per il mostro teorico che stiamo per affrontare. Abbiamo trovato su internet (all’indirizzo www.atsc-army.org/cgi-bin/atdl.dll/fm/100-20/) un documento messo in linea dal dipartimento alla difesa americano e di libera diffusione (come risulta dalla nota http://www.atsc-army.org/cgi-bin/atdl.dll/fm/100-20/10020pf.htm) in cui esperti analisti del ministero teorizzano l’avvento della LIC come forma della guerra (o conflitto…) del futuro prossimo venturo o per essere più chiari "Il termine low intensity conflict riflette una prospettiva Americana... (8)".

Il conflitto a bassa intensità è nel pensiero degli strateghi del pentagono "un confronto politico militare tra stati o gruppi, di natura inferiore alla guerra ma superiore alla routine, alla pacifica competizione tra gli stati. Frequentemente è un protrarsi di lotte e competizioni di principi ed ideologie (10)". Non si tratta di un mero controllo di risorse ma deriva anche dalla necessità di annichilire pensieri e teorie contrari agli interessi degli US, esso nasce "[…] generalmente nel terzo mondo ma contiene implicazioni nella sicurezza regionale e globale (10)". La sua nascita deriva dalla "[…] parità nucleare, le dinamiche del welfare, l’interdipendenza economica realizzatesi nelle ultime decadi (10)". Il confronto che ne emerge può includere forme classiche di aggressione militare "Bombardamenti e attacchi dal cielo, dall’aria e navali per distruggere obiettivi dall’alto valore o dimostrare la capacità di farlo. I raid sono operazioni di bassa intensità operativa con penetrazione nel territorio ostile per carpire informazioni, selezionare gli obiettivi e distruggerli (48)" ma più spesso è l’intelligence (attività dei servizi) a svolgere un ruolo cruciale nel raggiungimento degli obiettivi politici del conflitto.

I PROTAGONISTI

Protagonisti del conflitti sono i movimenti guerriglieri e il potere statale. Gli US possono sostenere "[…] un governo esistente o una insorgenza. Entrambe nell’ambito e tramite una mobilitazione del popolo (11)" e ancora "sotto la direzione delle autorità nazionali le forze militari statunitensi devono assistere gli insorti o i governi che vi si oppongono […] Se gli Usa sostengono gli insorti [fornendo loro conoscenze] gli aiutano con avvisi, equipaggiamento e altre forme appropriate [… se invece] scelgono l’opposizione all’insorgenza, queste conoscenze vengono trasmesse per predire i movimenti degli insorti(17)". Gli insorti possono avere obiettivi limitati o ampli, forme organizzative semplici o complesse, portare avanti una ideologia complessa o degli obiettivi semplici (riquadro 1), avere una natura marxista (es guerriglia sandinista) o antimarxista (es guerriglia contras). Lo scopo comune dei guerriglieri e del governo è quello di stabilire una nuova legittimità, spesso perduta da un governo per cause materiali oggettive (riquadro 2). La LIC nasce quando vi è scontento, quando le forze della società puntano al cambiamento, vittime di discontento, povertà, violenza e instabilità. La risposta non può esaurirsi in termini militari, pena la ulteriore perdita di legittimità. La risposta non deve pure essere direttamente esterna (pericolo di americanizzazione pg.25) in quanto la legittimità della parte sostenuta verrebbe a collassare. Che gli USA sostengano gli insorgenti o i governativi, i mezzi non cambiano, e questi mezzi sono entrambi coperti dal pericolo di opposizione popolare all’intervento estero.

COME AVVIENE L’AIUTO

L’aiuto alla controinsorgenza avviene tramite l’IDAD (internal defense and development), un piano elaborato dagli analisti del dipartimento per il paese in analisi nel quale si prevede: L’unità delle forze contrarie agli insorti (militari e paramilitari (76)), il minimo uso della violenza (l’uso della violenza mina la legittimità) il massimo uso dell’intelligence ed il controllo governativo (22). La via della violenza, estrema istanza, deve essere "forza irresistibile" per breve tempo nel peggiore dei casi o "estesa in durata e limitata in intensità (22)" nei restanti casi.

Le operazioni di bordo linea consistono nell’infiltrazione per permettere di conoscere i piani degli insorgenti e le loro future attività. L’IDAD fornisce anche strumenti teorici per la guerra psicologoca (PSYOP) il cui scopo è quello (79) di:

creare disaffezione, disorganizzazione, abbassamento di morale, sovversione e defezione nelle forze insorgenti.

guadagnare supporto civile per il governo ed i piani controinsorgenti

far lievitare l’enfasi dei militari costruendo un morale elevato, motivazione e disciplina, fattori critici della controinsorgenza.

Guadagnare il supporto dei neutrali facendo parimenti pressioni sugli sponsorizzatori delle insorgenze.

La guerra psicologica deve neutralizzare (22) l’insorgenza "[…] Neutralizzazione è una fisica e psicologica separazione tra gli insorti e la popolazione. […] Può avvenire in molte forme, in una pubblica esposizione e discredito dei leaders durante l’insorgenza di bassa intensità con piccola violenza politica […] o con la persecuzione politica quando il sistema legale viene rotto. […] La neutralizzazione deve avvenire nel rispetto della legalità […] non per ragioni umanitarie ma poiché questo rinforza la legittimità del governo sottoposto alle rivendicazioni degli insorti. (22)".

Oltre al programma teorico offerto in funzione antirivoluzionaria al governo che si oppone all’insurrezione (l’IDAD appunto), sono possibili forme di intervento diretto.

Le forniture militari sono affiancate dal supporto alle controguerriglie nella forma della guerra non convenzionale "La guerra non convenzionale è composta da una serie di operazioni militari e paramilitari condotte nel campo avverso o nei territori politicamente sensibili intorno al conflitto. Includono guerriglia, sabotaggio, fughe ed evasioni, sovversione e altre forme di bassa visibilità, coperte o clandestine. L’UW (Unconventional Warfare) può essere proseguita da personale locale ma usualmente è sostenuta da forze esterne in tutte le condizioni di guerra o pace. I militari statunitensi supportano l’UW […] per esempio con il supporto alla guerriglia. […] l’UW enfatizza l’aspetto militare mentre il supporto agli insorgenti mira alla creazione di infrastrutture e a misure e sviluppo politico. (49)".

Il controllo sulla popolazione è forma di sostegno USA alla controinsorgenza dal carattere più "ingerente", specie quando non si tratta di piani ma di fornire mezzi e truppe. E’ la cosiddetta funzione di pace-maker (presente nel testo ma non analizzata qui per motivi dimensionali…) in un territorio esterno con funzioni che vanno dalle restrizioni di mobilità alla sorveglianza, alla censura. L’esempio somalo sia motivo di riflessione per tutti (il check point pasta era un punto di controllo di questo tipo fatto da italiani nella funzione di peace-maker).

L’ingerenza (concetto borghese di carattere scolastico, consta nell’intromissione di uno stato nel territorio di un altro con proprie truppe o mezzi) raggiunge il limite massimo nell’aiuto diretto "[di fronte a…] imminenti minacce a amici o alleati. Si tratta spesso di supporto logistico di magnitudine contenuta […] Chad 1980 […] Israele durante la guerra del Kippur nel 1973 […] ed esempi meno visibili in Thailandia, Korea, El Salvador (49)".

La controinsorgenza ha lo scopo di isolare il popolo dalle agenzie di insorgenza coperte (sabotatori, vedi riquadro sulle forme di insorgenza, riq.3) sulle agenzie di insorgenza scoperta (unità di guerriglia) e squadernare la guerriglia. Il primo è un lavoro di intelligence e polizia, i secondi due compiti di paramilitari o militari regolari. Le Bande para-militari nascono dalle forze di polizia "[…] organizzate e preparate, oltre che equipaggiare in modo militare per agire come intelligence nelle condizioni locali e cogliere le occasioni di piccola violenza, cospirazione e sovversione (24)".

La controinsorgenza deve affrontare in modo specifico le rivoluzioni a base di massa (orientate alle masse), "[…] le più sofisticate in termini di organizzazione e metodi operativi. Difficili da organizzare ma sotto questa via, di grande possibilità di successo, e con scarsa necessità di appoggio esterno. Conseguentemente le forme che gli USA incontrano più soventemente. Questo tipo di insorgenza è originato in Cina sotto Mao Tse-Tung (67)" (si rimanda al riq.3 per approfondimenti).

Il terrorismo. Un capitolo particolare viene dedicato dagli analisti del pentagono agli insorgenti che usino metodi terroristici, distinguendoli in tre categorie analitiche, gli agenti diretti di stati (spesso con alla leadership agenti diretti dello stato controllante), i terroristi sostenuti da stati, i terroristi sostenuti dal non stato. Costante l’organizzazione in cellule. L’arma scelta dagli analisti in chiave anti-terroristica è la già vista PSYOP che conduca il terrorismo in sentieri prevedibili (37) e alieni alle masse (il massacro di ferragosto 98 della frazione dell’ ETA sembra ricadere in questa ipotesi).

Il supporto USA all’insorgenza è palesato in più parti del testo, l’esempio più evidente è riportato nel riq.4, non si tratta per il pentagono di raggiungere sempre e comunque obiettivi positivi (accumulazione) ma anche di evitare svantaggi (decumulazione) dovuti ad esiti attesi da una determinata situazione storica.

 

GLI ESITI

Gli esiti di un conflitto a bassa intensità sono pregni di conseguenze per gli stati uniti. Gli analisti ne elencano alcune: "[…] la perdita di accessi statunitensi strategici alle riserve o altre risorse naturali. […] la perdita di basi militari statunitensi […] la defezione di alleati degli stati uniti verso posizioni di gruppi ostili […] il guadagno a lunga scadenza per gli avversari degli stati uniti. (10)" proviamo di seguito a tracciare delle corrispondenze tra le azioni militari di diversa intensità statunitensi e la minaccia per gli interessi americani nell’area:

 

A Perdita di accessi a riserve
B Perdita di Basi
C Defezione di Alleati
D Vantaggi per l’avversario strategico

 

IRAN A
CILE A+C (Allende è socialista e democratico, appoggio indiretto)
IRAQ A+C+D (PEACE-MAKER internazionale con vaglio ONU)
CUBA A+B+C+D (la guerra fredda diviene quasi guerreggiata 1962)

 

Le categorie offerte dagli analisti offrono un quadro abbastanza chiaro delle azioni e intensità degli interventi americani negli ultimi anni e quindi possiamo utilizzarle per capire la reazione USA alle insorgenze e le scelte di campo della superpotenza.

La vittoria nel conflitto a bassa intensità è motivo di raggiungimento di un più alto grado di obiettivi degli stati uniti. "La parità nucleare e la deterrenza hanno determinato l’accrescimento dell’interdipendenza, determinando un progressivo superamento della tradizionale divisione in superpotenze, si diffondono i poteri regionali e si diffonde il bilancio dei poteri (11)", questo determina la progressiva trasformazione della guerra in conflitto interno, interno ad un sistema di relazioni non tra strati ma tra il centro dell’impero (gli USA) e la periferia, sistema di relazioni di tipo poliziesco ove la minaccia e la continua e contagiante ideologia imperiale sostituiscono le dichiarazioni di guerra. In questo senso la LIC è prevedibile come forma dominante di conflitto nel prossimo futuro, "[…] Gli avanzamenti tecnologici stessi hanno creato un ambiente favorevole al LIC. […] (11)".

 

E NOI?

Gli abili strateghi americani individuano in modo chiaro e rendono palese senza problemi censori il loro programma. Esigono di rendere competitivo e pacifico il convivere delle nazioni a sovranità limitata con la nazione a sovranità potenziata. Rendere inoltre possibile la convivenza delle vittime della miseria con gli alleati dell’impero ora nel terzo mondo, ora spostando il conflitto a bassa intensità nelle periferie dello stesso centro, a pochi chilometri dallo stesso quartier generale degli strateghi. I punti deboli del pensiero fascista degli strateghi sono i nostri punti forti.

1) Essi non credono nella capacità di pensiero delle masse. Di sovente si sorprendono della capacità di mobilitazione della insorgenza di massa ma non ne colgono il carattere peculiare, essa si basa sulla non passività della maggioranza e non sull’acquiescenza che circonda le fittizie democrazie occidentali. L’insorgenza di massa è in grado nel breve periodo di sconfiggere l’imperialismo (l’eroismo vietnamita e la resistenza sovietica siano di esempio) perché motiva e trasforma, digerisce e sputa, in essa il singolo non è pedina di un raggiro psicologico, il singolo diviene protagonista della propria liberazione. La forza che ha una insorgenza di questo tipo non può essere contenuta ne predetta, la legittimità (l’esempio della rivoluzione di febbraio in Russia è lì a dimostrarlo) può essere instabile e fortissima a fasi alterne. In quei dieci giorni che sconvolgono il mondo, nessun piano viene rispettato, l’inatteso prende il posto del teorizzato, la teoria deve imparare rapidamente dalla cronaca e non più solo dalla storia. L’insorgenza di massa è quindi arma pericolosa nelle mani dell’imperialismo, anche e soprattutto per le sue mani. Attivare il protagonismo rivoluzionario non è muovere una pedina negli scacchi ma credere che un colpo secco alla scacchiera possa portarci ad una situazione più accettabile o prevedibile di gioco. L’abitudine a trattare l’uomo a pedina porta a perdere anche in questi cervelloni il senso del terzo soggetto della storia, il proletariato.

2) Il conflitto regionalizzazione-globalizzazione, ben presente in questo documento datato (1981 prima stesura, corretto e pubblicato nel 1990) porta con se due tendenze riaggregatrici rivoluzionarie contrastanti, la prima regionalizzata, una seconda globalizzata. La nascita della nazione ottocentesca portò con sé il nazionalismo socialista e l’internazionalismo anarchico e comunista. Oggi l’organizzazione insorgente regionalizzata vede già opporsi il germe dell’organizzazione globalizzata, la sfida in questo senso è già visibile. La tendenza nazionale fu tipica dei socialismi di questo secolo, era il tarlo che corrose il socialismo, il comunismo e che neolocalizza oggi l’anarchismo. La tendenza nazionale derivava da un carattere oggettivo di dominio della nazione e nazionalità sulla nascente globalità. Ma oggi che la globalità è dominante? Oggi che il regionalismo è solo un tiepido nascondiglio? In questo senso l’organizzazione rivoluzionaria regionalizzata, auspicata e sostenuta dagli USA per i suoi obiettivi limitati di "insurrezione tradizionale" e priva di ideologie liberatorie, frutto della teoria del divide et impera non consente largo respiro al suo sponsor occulto. Essa sarà cancellata dalla globalizzazione rivoluzionaria onda di ritorno all’attuale globalizzazione reazionaria.

 

 

Home ] Aziende private di copertura ] Guerra a bassa intensità ] Nuovo modello di difesa italiano ] Invasori ed invasati Cermis ] Kosovo 1999 ] Scuola delle americhe ] Nato Universale ] Confessioni di un militare USA ]